Valle Tanaro
Rifugio SAVONA (1600 m)
Località: Val d'Inferno, Pian Bersi, Comune di Garessio
Proprietà: CAI Savona
Accesso: Itinerario 01.09, Itinerario 03.05
Servizi: 25 posti letto, acqua, stufa a legna, illuminazione, servizi igienici interni, apertura previo ritiro chiavi.
Nel 1948 venne costruita la parte anteriore dalla curiosa forma a botte, cui nel 1965 venne aggiunta una parte posteriore in muratura.
Escursione un poco faticosa per il dislivello, ma interessante. Dopo la tranquilla salita al Rifugio Savona si attraversano a lungo pendii pascolivi prima di guadagnare, su un esile sentierino, la Colla Bassa. Dal valico, che mette in comunicazione la Valle Tanaro con la Valle Casotto, si risalgono le ripide pendici prative del Monte Antoroto fino al crinale che conduce in vetta. Ottimo il panorama sulle Alpi Liguri, la pianura e il mare.
A |
Da Valdinferno(1213 m) a: |
Dislivello |
Dislivello A/R |
Tempo |
Tempo A/R |
Distanza |
Difficoltà |
Segnavia |
|
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
B |
• |
Case Bosso (1366 m) |
+153 / -0 |
+153 / -153 |
0:30 -0:30 |
0:50-0:50 |
1072 |
T |
A10(1) |
C |
• |
Case Mulattieri (1418m) |
+205/-0 |
+387/-387 |
0:40-0:45 |
1:05-1:15 |
1460 |
T |
A10(1) |
D |
• |
Rifugio Savona (1600m) |
+387/-0 |
+387-387 |
1:10-1:20 |
1:50-2:10 |
2450 |
T |
= |
E |
• |
Colla Bassa (1851 m) |
+678/-40 |
+718/-718 |
2:00-2:15 |
3:20-3:45 |
4818 |
E |
A10 (1) |
F |
• |
Monte Antoroto (2149m) |
+976/-40 |
+1016 /-1016 |
3:10 -3:30 |
5:00-5:35 |
5969 |
E |
= |
(1) Il segnavia A10, nel nuovo catasto dei sentieri, parte da Case Mulattieri e termina al Rifugio Savona. Un tempo tuttavia iniziava da Valdinferno e raggiungeva la Colla Bassa; è ancora possibile trovare la segnaletica riferita al vecchio catasto. Tra Case Mulattieri e il Rifugio Savona non si segue comunque il sentiero accatastato ma una via più diretta.
Descrizione:A Valdinferno (1213 m), ai piedi della Parrocchiale di San Lodovico Re 2, edificata nel XIX secolo, ha inizio il percorso 3. Si segue la stradina con fondo in cemento che sale con pendenze moderate. Trascurando tutte le deviazioni, bisogna prestare attenzione ad imboccare il sentiero che si stacca sulla destra (segnavia A10, indicazioni dipinte sul muretto in cemento a lato della strada) a circa q.1290m. Si risale un fresco boschetto di faggio 1 per raggiungere Case Bosso (1366 m, 0:30 ore da Valdinferno, fontana) dove si ritrova la strada in cemento.
Attraversata la strada, si prosegue tra le poche case per continuare la salita su una vecchia mulattiera. Poco oltre si attraversa anche una anche una pista sterrata, proseguendo comunque diritti fino a raggiungere ancora una volta la strada in cemento. La si segue verso sinistra in salita fino a Case Mulattieri (1418 m, 0:10 - 0:15 ore da Case Bosso) 4(fontana 5.
Qui si incontra un primo bivio a destra per il Rifugio Savona (segnavia A10), che si trascura. Poco oltre termina la strada in cemento e si trova un secondo bivio: diritti si prosegue per laColla Bassa, il Monte Antoroto (via meno battuta ma più breve) e La Scaletta (segnavia A27), a destra per il Rifugio Savona. Imboccata quest'ultima direzione, si passa a monte di alcune abitazioni della borgata (curiosi alcuni tetti in lamiera dipinti), trascurando una non evidente diramazione a sinistra e proseguendo in salita abbastanza ripida attraverso assolati pendii prativi punteggiati di faggi 6. Al successivo bivio si tiene la destra, quindi si lasciano a sinistra un rudere ed una baita ed infine, con un'ultima breve risalita, si raggiunge il Rifugio Savona (1600 m, 0:30 - 0:35 ore da Case Mulattieri) 8.
Alle spalle del rifugio si incontra il bivio a destra per la Colla di Casotto e a sinistra per Colla Bassa e Monte Antoroto 7. Il tratto in direzione di Colla Bassa attraversa pendii pascolivi assolati, solo toccando la sottostante faggeta, ai margini della quale si trascura una traccia sulla destra che scende dal Monte Berlino. Il sentiero, che talvolta si mischia con le tracce degli animali al pascolo, attraversa una zona leggermente acquitrinosa, passa il piccolo Rio dei Fusi, e sale più deciso su pendii coperti di mirtilli e rododendri 9. Superata una crestina che scende dal Monte Grosso, si scende assai ripidi su un piccolo sentierino un pò esposto. Lasciata a sinistra una traccia, si risale decisi lungo le pendici del Monte Grosso, con un lungo traverso tra erba e sfasciumi. Raggiunta una colletta, il sentiero riduce la pendenza, lascia a sinistra la traccia che scende diretta verso Case Mulattieri, ed in pochi minuti perviene allaColla Bassa (1851 m, 0:50 - 0:55 ore dal Rifugio Savona) 10.
Alla colla si trascura la non evidente traccia che scende al Capanna Sociale Manolino, e si imbocca il sentiero a sinistra che si inerpica sul versante N del Monte Antoroto. La salita, tra bassi arbusti (ontano verde, salice, rododendro), è inizialmente ripida e faticosa; più in quota si prosegue invece tra dolci pendii prativi con pendenze decisamente più moderate. Un breve tratto lungo il filo di cresta porta infine in vetta al Monte Antoroto (2149 m, 1:10 - 1:15 dalla Colla Bassa) 111213.
Mappa su base CTR Piemonte [?]
Accessi: Da Ceva si risale la Valle Tanaro fino a Garessio. Poche centinaia di metri oltre Garessio, si imbocca una stradina sulla destra (bivio poco segnalato) per Valdinferno. Sotto la parrocchiale del paesino si trova un piccolo posteggio ove si lascia l'auto.
Note: Il sentiero tra il Rifugio Savona e la Colla Bassa presenta un tratto leggermente esposto che va percorso con prudenza. Si sconsiglia in caso di maltempo.
Web: www.caisavona.it/rifugi.php
Rifugio CHIONEA (1154 m)
Località: Fraz. Chionea, Comune di Ormea
Proprietà: ?
Accesso: In auto da Ormea
Servizi: gestito.
Salita piuttosto faticosa, sia per il dislivello che per la pendenza del sentiero, che ripaga tuttavia dello sforzo per il panorama che si ammira lungo tutto il percorso. Nelle limpide giornate autunnali lo sguardo spazia dalla Corsica al Monte Rosa.
A |
Da Chionea (1104m) a: |
Dislivello |
Dislivello A/R |
Tempo |
Tempo A/R |
Distanza |
Difficoltà |
Segnavia |
|
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
B |
• |
Colla di Chionea (1223m) |
+119 / -0 |
+119 / -119 |
0:20 - 0:25 |
0:35 - 0:40 |
830 |
T |
A34 |
C |
• |
Rifugio Valcaira (1990m) |
+888 / -2 |
+890 / -890 |
2:40 - 3:00 |
4:10 - 4:40 |
4421 |
E |
A17 |
D |
• |
Pizzo d'Ormea (2476 m) |
+1374 / -2 |
+1376 / -1376 |
4:10 - 4:45 |
6:25 - 7:15 |
6182 |
E/EE (1) |
A17 / A17B |
(1) EE un breve passaggio nei pressi della vetta del Pizzo d'Ormea.
Descrizione: A fianco della Chiesa di Santa Maria Assunta a Chionea si imbocca la strada asfaltata che sale a destra (nord nord-ovest). Si attraversa l'intera frazione fino alle ultime case, dove l'asfalto termina e si incontra un bivio: si ignora la sterrata che prosegue diritta per Porcirette soprane e si svolta a destra, su una ripida mulattiera dal fondo inizialmente in cemento e poi selciato (segnavia A34). La mulattiera sale tra bei muri a secco (ignorare le diramazioni ai lati vero i campi terrazzati) e in pochi minuti guadagna la Colla di Chionea(1223 m, 0:20 - 0:25 ore da Chionea)2.
Al valico c'è un crocevia: il primo sentiero a sinistra, forse il meno evidente, è quello per il Rifugio Valcaira; il secondo a sinistra si inoltra in Valle Armella fino alle Stalle Prati di Mezzo; di fronte, una mulattiera piega subito a destra e scende poco a valle dell'abitato di Valdarmella (ma stacca alla sua sinistra il sentiero per Valdarmella dell'Alto Tanaro Tour e della Balconata di Ormea); a destra infine una vecchia mulattiera si tiene sul crinale e poi scende fino alle spalle del Rifugio Chionea.
Dalla colla bisogna prendere il primo sentiero sentiero (non troppo evidente, già segnavia A8, poi diventato A17) che si stacca sulla sinistra tra le roccette 3. Il sentiero si porta sullo spartiacque 4, su terreno assolato, tra rada vegetazione (sorbi, ginepri, betulle, rose e qualche ontano) e rocce affioranti, e da qui in avanti si terrà sempre a ridosso del lungo crinale della Costa Valcaira.
Passate alcune rocce lungo la displuviale, restando sul versante sud si scende brevemente ad aggirare alcune placche rocciose per poi riguadagnare con una breve ripida salita la dorsale spartiacque. L'ascesa risulta abbastanza faticosa per i continui cambi di pendenza e i brevi tratti scalinati tra roccette. Lasciati sulla sinistra alcuni ruderi, si raggiunge una spianata prativa con un lungo abbeveratoio in cemento, utilizzato dalle mandrie che pascolano su questi pendii. Il sentiero scompare temporaneamente: senza farsi ingannare dalla pista sterrata che raggiunge da monte l'abbeveratoio, si rintracciano i segnavia in fondo al pianoro, sulla destra.
Si prosegue con un'erta salita e lungo i pendii pascolivi poco a sud dello spartiacque. Un breve tratto sul lato nord della displuviale, consente di vedere in lontananza il Rifugio Valcaira. Ritornanti sul versante a mezzodì5, svariate tracce tra pascoli e roccette rendono un poco problematica l'individuazione del sentiero; si sale comunque lungo la displuviale, arrivando a superare alcuni massi detritici.
A quota 1880 circa si trascura una traccia che incrocia il sentiero (che collega l'Alpe degli Archetti a sinistra con il Gias Vaia a destra), quindi si supera un'altra ripida salita prima di incontrare la deviazione, sulla sinistra, per il rifugio.
Si lascia dunque la traccia che prosegue in salita per il Pizzo d'Ormea e si svolta a sinistra: pochi minuti a mezzacosta su un buon sentiero tra i pascoli sono sufficienti per arrivare alRifugio Valcaira (1990 m circa, 2:20 - 2:35 ore dalla Colla di Chionea, fonte sul lato ovest del rifugio) 81.
Dal rifugio si punta verso nord nord-est, tornando sul crinale dove si ritrova, in corrispondenza della piazzola di atterraggio per gli elicotteri, il sentiero per la vetta poco prima abbandonato.
Se al bivio prima del rifugio si prosegue la salita, una poco marcata traccia risale ripida e rettilinea e giunge alla piazzola per l'atterraggio degli elicotteri. Qui, da sinistra, si riceve il sentiero proveniente dal Rifugio Valcaira, mentre a destra si stacca una traccia che va ignorata.
Si segue il sentiero verso sinistra, e si rimonta con alcuni tornanti un ripido pendio ricoperto di mirtilli e rododendri; si sale poi un tratto inerbito della displuviale 6 e, proprio alla base di una arrotondata sommità 7, si tralascia sulla destra il sentiero per il Lago del Pizzo e laColla del Pizzo (segnavia A17).
Si continua l'ascesa (ora sul segnavia A17B), ancora una volta assai ripidi 9, fino alla succitata sommità quota 2365, e si raggiunge infine la sella ad est del Pizzo d'Ormea, ove è installato un ripetitore raggiunto da una sterrata di servizio. Ci si inerpica con strettissimi tornanti e notevole pendenza sul pendio prativo che scende dalla vetta, quindi si superano, con una certa attenzione e l'aiuto delle mani, alcune facili roccette (presente una corda fissa penzolante...). Oltre questo passaggio riprende il sentiero: si ignora una traccia a destra e tenendosi a sinistra (qualche tratto un pò esposto) si raggiunge in qualche minuto la vetta delPizzo d'Ormea (2476 m, 1:30 - 1:45 ore dal Rifugio Valcaira) 1011. Nelle giornate limpide, il panorama spazia a 360° dalla Corsica al Monte Rosa.
Mappa su base © OpenStreetMap contributors - licenza CC-BY-SA [?]
[Scarica la traccia GPS in formato GPX]
Accessi: Da Ceva si risale la Valle Tanaro fino ad Ormea dove, poco prima del distributore di benzina, si imbocca uno slargo sulla destra (Piazza della Libertà). Al fondo dello slargo, a sinistra, si prende la piccola strada asfaltata che sale a Chionea e Chioraira. Al primo bivio si svolta a destra, seguendo le indicazioni per Chionea. Pochissimi i posti auto disponibili.
Note: Il tratto che precede la vetta, roccioso, è leggermente esposto. Se ne sconsiglia la percorrenza in caso di maltempo.
Rifugio VALCAIRA (1987 m)
Località: Costa Valcaira, Comune di Ormea
Proprietà: CAI Ormea
Accesso: Itinerario 01.06
Servizi: 18 posti letto su tavolato con materassi e coperte, acqua, cucina a gas, riscaldamento ed illuminazione elettrici, servizi igienici interni, apertura previo ritiro chiavi.
E' anche meno noto come Rifugio Città di Ormea. Inaugurato nel 1977 (o nel 1975 secondo altre fonti) come unico corpo in muratura, fu ampliato nel 1985 con l'aggiunta di altri due corpi. Più di recente è stato ampliato l'ingresso e parzialmente rivestito in pietra a vista.
Quarzina - Rifugio Valcaira - Lago del Pizzo di Ormea
Località: Fraz. Quarzina soprana, Comune di Ormea
Proprietà: ?
Accesso: In auto da Ormea via Aimoni o via Ponte di Nava.
Servizi: gestito.
Giunti a Quarzina lasciamo l'auto in prossimità della chiesa e ci incamminiamo in direzione ovest seguendo la strada asfaltata e passando davanti ad un vecchio lavatoio datato 1931.
Dopo aver superato un primo tornante raggiungiamo una fontana e svoltiamo a sinistra abbandonando la strada asfaltata (500 metri circa dalla partenza).
Proseguiamo quindi su un'ampia carrareccia che risale con pendenza modesta il versante sud del pizzo di Ormea.
Il percorso si snoda lungo una serie di collinette ed ampi prati adibiti a pascolo; in lontananza è ben visibile il Mongioie ed il canalone che porta al Don Barbera ed al Marguareis.
Seguiamo la carrareccia e superiamo poggio merlo: poco più avanti incontriamo il lago Lao ed il monte Castello di Quarzina (4.5 km e 1 ora di cammino dalla partenza).
Praticando l'attività escursionistica si impara a conoscere le caratteristiche delle varie montagne: solitamente si parla di altezza, di numero di vie di accesso, di pendenze e di difficoltà.
Ma a volte, come in questo caso, la montagna è caratterizzata anche da qualcos'altro. Chiunque abbia fatto un'escursione sul Pizzo infatti sa di cosa stiamo parlando: questa montagna è un generatore di NUVOLE (probabilmente questo dipende dalla combinazione altezza - vicinanza mare) , quindi a conferma di questo il tempo comincia a peggiorare rapidamente.
Proseguiamo comunque la nostra escursione e incontriamo prima un abbeveratoio e poi una serie di bivi con sentieri secondari che attraversano la montagna del pizzo a mezza costa.
Sbagliare strada è praticamente impossibile sia per la larghezza della carrareccia, sia per la segnaletica.
A proposito della segnaletica volevamo fare un appunto. Abbiamo incontrato diversi cartelli in legno che indicano la direzione da prendere per raggiungere il rifugio Valcaira riportanti la dicitura "Valcaira 2010 m": sarebbe molto più utile conoscere la distanza dal rifugio (in metri o in minuti) invece della quota slm.
Dopo aver percorso circa 6.5 km (quota 1982 m) giungiamo ad un secondo abbeveratoio ed al bivio per il pizzo di Ormea (la cima dista ancora 2.3 km).
Prendiamo quindi a destra tagliando orizzontalmente la montagna e dirigendoci verso il rifugio Valcaira. La carrareccia procede in falsopiano fino ad incrociare il rio degli archetti (asciutto) a quota 2025m per poi ridiscendere al rifugio a quota 2010m (7.9 km dalla partenza e 2.5 ore).
Presso il rifugio (chiuso) è possibile fare rifornimento di acqua. Riposiamo qualche minuto.
Ripartiamo quindi seguendo il sentiero che dal rifugio porta in direzione nord est alla cima del pizzo ed all'omonimo lago lungo la costa valcaira (vedi escursione 8).
Il sentiero piega subito in direzione ovest e sale ripido fino a quota 2200 dove incontriamo il bivio per il lago del pizzo (a destra). Il bivio è anche segnalato da una vistosa scritta "LAGO" composta con pietre bianche.
Prendiamo quindi a destra seguendo il sentiero che scende rapidamente di quota e che porta al lago.
Il sentiero è stretto ma ben definito e presenta anche alcuni punti leggermente esposti.
La visibilità scende ulteriormente e proseguire in queste condizioni diventa rischioso. Attendiamo qualche minuto per vedere se le condizioni migliorano ma non è così.
Decidiamo quindi di non proseguire per la colla del Pizzo e quindi dopo aver fatto una bella foto al lago (credeteci: è proprio davanti ai vostri occhi) ritorniamo sui nostri passi fino al rifugio dove riposiamo per alcuni minuti mentre mangiamo qualcosa. Infine ripartiamo seguendo a ritroso la via dell'andata fino a Quarzina dove termina la nostra escursione.
Altimetria
Come arrivare
Partendo dal centro di Ormea seguire la SS28 in direzione Ponte di Nava. Subito fuori l'abitato di Ormea, prendere la provinciale 329 seguendo le indicazioni per Quarzina - Aimoni. Seguire la strada superando Aimoni fino ad arrivare in prossimità della chiesa di quarzina dove è possibile lasciare l'auto direttamente lungo la strada (9 km da Ormea).
Nota: lo spazio a disposizione per il parcheggio è veramente ridotto (è difficile fare inversione), pertanto se non si trova posto vicino alla chiesa, proseguire ancora verso la fontana dove è possibile trovare un piccolo spiazzo non asfaltato ma praticabile in auto.
Rifugio Carlo CIARLO - Giorgio BOSSI (1526 m)
Località: Tetti delle Donzelle, Comune di Briga Alta
Proprietà: Associazione Gruppo Escursionisti Savonesi (associata F.I.E.)
Accesso: Itinerario 01.02
Servizi: 19 posti letto, cucina, ampia sala da pranzo, illuminazione fotovoltaica, servizi igienici interni. E' utilizzabile solo dai soci F.I.E. o G.E.S.
Grossa costruzione in muratura inaugurata nel 1977. E' intitolata all'allora Presidente dell'associazione Carlo Ciarlo ed al socio fondatore Giorgio Bossi.
Si sale dal borgo, 1245 m, tra gli edifici seguendo le indicazioni e ci si inerpica su una bella traccia (a un bivio a sinistra). Poi, si supera un pilone votivo costruito nella roccia (30’) e si continua, trovando una casa in pietra perfettamente ristrutturata e subito dopo il pianoro dove è situato il rifugio Mongioie 1550. Si tralascia la via che si inerpica per la cima, distante ancora 3h, e si procede in piano a sinistra fino alla bella struttura (25’). Dopo una breve pausa (fonte), si riprende in piano e, in meno di 5’, si è a un bivio: a sinistra la strada di servizio che collega il rifugio a Viozene, mentre dritti c’è una traccia in piano che taglia il pendio. Si sceglie questa ultima e si cammina in orizzontale e in seguito si perde qualche metro entrando nel bosco. Ad un bivio (30’), si ignora la via che scende (e che si prenderà al ritorno). In un attimo, si supera un rio e più avanti si trova il ponte (ora in fase di ricostruzione) sulle Vene 1525 m (15’). Qui iniziano le bacheche informative del Parco e che accompagnano il percorso e più in alto, a destra c’è la Grotta delle Vene (raggiungibile risalendo tra severe rocce e aiutandosi con delle corde – non particolarmente difficile). Dell’antro (1550), si può vedere solo l’ingresso perché lo sviluppo interno è riservato a chi ha esperienza di speleologia (15’ per la diramazione A/R). Fintanto che la passerella non è terminata si scavalcano le abbondanti sorgenti passando sopra le stesse e affrontando poi la salita per la colla di Carnino a 1597 m (20’). Da qui (a sinistra c’è un punto panoramico – 20’ per la devianzione A/R), si scende in 15’ alla località Tetti delle Donzelle (1540), dove si abbandona il sentiero che scende a Carnino inferiore (in meno di mezz’ora, altro punto di accesso molto veloce per chi avesse fretta di arrivare) e in 5’ si perviene al rifugio Ciarlo Bossi del Ges di Savona e della FIE (1550), punto di arrivo dell’odierna gita. La struttura è autogestita e quindi è probabile trovarla chiusa, ma il posto merita ugualmente (non ci sono però fonti). E’ un ottimo punto di appoggio per chi voglia fare escursioni un po’ impegnative, ma molto interessanti a Cima delle Saline, il Pian Ballaur, il Mongioie…
Per le foto di alcune delle gite che si possono fare partendo dal Ciarlo Bossi vedasi:
http://xoomer.virgilio.it/cralgalliera/saline.pdf
http://xoomer.virgilio.it/cralgalliera/mongioie04.pdf
http://xoomer.virgilio.it/cralgalliera/tanaro2005.pdf
http://xoomer.virgilio.it/cralgalliera/fotorifugio06.pdf
http://xoomer.virgilio.it/cralgalliera/rifugio07.pdf
Web: www.gruppoescursionistisavonesi.it
Rifugio MONGIOIE (1555 m)
Località: Pian Rosso, Alta Valle Tanaro, Comune di Ormea
Proprietà: CAI Albenga
Accesso: Itinerario 01.03, Itinerario 01.01
Servizi: gestito.
Imponente ma elegante struttura in muratura rivestita in pietra a vista, inaugurata nel 1989 e interamente ristrutturata nel 1998.
VIOZENE (1245) - MONGIOIE (2630)
Tempo di salita: ore 3.30
Tempo totale: ore 6.15
Dalla chiesa di Viozene (1245) si seguono i segni bianco-rossi della G.t.a. che portano in breve al soprastante Pian Rosso (1550) nelle vicinanze del Rifugio Mongioie (1555). Si trascura la deviazione a sinistra per il rifugio (palina segnaletica) e si prosegue dritti lungo una traccia che risale alcune fasce erbose e che sbuca, poco sopra, sulla mulattiera proveniente dal rifugio. Dopodichè il sentiero guadagna rapidamente quota con numerosissimi tornanti per entrare poi nel vallone al Pian dell’Olio (2090). Con un bel percorso tra affioramenti rocciosi e chine erbose si perviene al Bocchino dell'Aseo (2292). All'Aseo si svolta a sinistra e si rimonta il versante orientale del Mongioie fino a raggiungere l’aerea cresta e la croce di vetta (2630).
In discesa si segue il sentiero che, dalla cima del Mongioie, scende in direzione sud-ovest tagliando a mezzacosta i pendii erbosi della Cima delle Colme e arriva al Bocchino delle Scaglie (2325). Si piega quindi a sud e si discende il ripido canalone detritico della Gola delle Scaglie che sfocia sui pascoli sopra il Pian Rosso ed il Rifugio Mongioie. Al rifugio si seguono le indicazioni per Viozene ed in pochi minuti ci si ricollega con l’itinerario di salita.
VIOZENE (1245) - BRIC DI CONOIA (2521)
Tempo di salita: ore 3.45
Tempo totale: ore 6.45
Dalla chiesa di Viozene (1245) si seguono i segni bianco-rossi della G.t.a. che portano in breve al soprastante Pian Rosso (1550) nelle vicinanze del Rifugio Mongioie (1555). Si trascura la deviazione a sinistra per il rifugio (palina segnaletica) e si prosegue dritti lungo una traccia che risale alcune fasce erbose e che sbuca, poco sopra, sulla mulattiera proveniente dal rifugio. Dopodichè il sentiero guadagna rapidamente quota con numerosissimi tornanti per entrare poi nel vallone al Pian dell’Olio (2090). Con un bel percorso tra affioramenti rocciosi e chine erbose si perviene al Bocchino dell'Aseo (2292). Duecento metri prima di arrivare all’Aseo, si imbocca a destra una traccia segnata con tacche rosse (e successivamente con segni bianco-rossi e bianco-verdi) che rimonta il versante sud-occidentale del Monte Rotondo fino ad arrivare sul bordo di una gigantesca dolina chiamata "Il Profondo" (2397). Dalla dolina si sale infine sulla cresta nord-occidentale del Bric di Conoia e la si segue, prima fedelmente e poi appena spostati sul versante meridionale, fino ad arrivare in vetta (2521).
Capanna Sociale Eraldo SARACCO - Cesare VOLANTE (2209 m)
-
Località: Piaggia Bella, Comune di Briga Alta
Proprietà: Gruppo Speleologico CAI UGET Torino
Accesso: Itinerario 01.08
Servizi: 12 posti letto + 12 in locale invernale, fornello a gas e illuminazione fotovoltaica, apertura previo ritiro chiavi.
-
Prefabbricato metallico eretto nel 1967 e successivamente ampliato con un locale invernale. La capanna intitolata agli alpinisti e speleologi Eraldo Saracco, deceduto nel 1965 nella grotta Su Anzu in Sardegna, e Cesare Volante, caduto nel 1963 sul Lantag Lirung in Himalaya.
Lasciata l'auto nel piccolo parcheggio ci incamminiamo in direzione ovest attraversando in pochi minuti il gruppetto di case che costituisce carnino superiore. In questi primi tratti il fondo è pianeggiante, ben delineato e riparato dai numerosi alberi.
Sebbene durante l'escursione non abbiamo incontrato nessuno, in alcuni periodi dell'anno questo percorso è molto frequentato a causa delle numerose attività svolte dai gruppi speleologici all'interno delle grotte del massiccio del Marguareis (una su tutte la grotta di Piaggiabella).
Proseguendo, la vegetazione si fa più rada ed il sentiero più ripido conducendoci (in direzione nord ovest) prima ad una fonte d'acqua e poi a Pian Ciucchea (2 km circa dalla partenza).
A questo punto indoviniamo un bivio: la via di sinistra conduce al Colle Dei Signori e al rifugio Don Barbera, la via di destra conduce al Saracco Volante. Perchè indoviniamo? per due motivi: il primo è che non c'è un segnaletica degna di questo nome che dica qualcosa, il secondo è che... la via sembra decisamente troppo ripida ed impervia per essere praticabile.
Prendiamo la via di destra e raggiungiamo il passo delle Mastrelle (o passo delle Maestrelle) a quota 2061m. Il panorama qui è bellissimo: quantità di verde, colore delle rocce, un minuscolo laghetto e parecchi camosci che ci guardano incuriositi.
Giunti qui proseguiamo praticamente in piano prima verso Piaggiabella (nord ovest) ed infine verso il Saracco Volante (nord est). Prima di ritornare a casa è d'obbligo la tappa a Piaggiabella per osservare l'ingresso dell'omonima grotta.
Per dovere di cronaca devo riportare due cose che mi hanno colpito negativamente: la prima è il mucchio formato da decine e decine di bottiglie di vino vuote accatastate non lontano dal rifugio. La seconda sorpresa è un grosso sacco bianco di materiale plastico (che forse conteneva sale) abbandonato nel rio che conduce alla grotta.
Un unico commento: la montagna va prima di tutto rispettata e preservata: spero che i cugini che amano le bellezze del sottosuolo non abbiano dimenticato questa semplice regola.
Come arrivare
Da Garessio, seguire la statale 28 in direzione ORMEA. Giunti a Ponte di Nava prendere a destra la strada provinciale 154 che conduce a Viozene e Carnino superiore (35 Km circa da Garessio).
Web: www.gsptorino.it/la-capanna.html
Rifugio Don Umberto BARBERA (2089 m)
Località: Colle del Lago dei Signori, Comune di Briga Alta
Proprietà: Parco Naturale Alta Valle Pesio e Tanaro
Accesso: Itinerario 01.04
Servizi: gestito.
Inaugurato nel 2006, sostituisce il vecchio rifugio CAI Don Barbera, del quale ha mantenuto la denominazione. Il vecchio rifugio, un prefabbricato metallico distante poche decine di metri, era stato inaugurato nel 1966 e intitolato alla memoria di Don Umberto Barbera, appassionato alpinista.
Breve ascensione che si svolge quasi interamente su sentiero o traccia, salvo qualche breve tratto di facili roccette nel quale è necessario aiutarsi con le mani. Maestoso il panorama dalla vetta del Marguareis, che va raggiunta preferibilmente al mattino presto per evitare le frequenti formazioni nuvolose tipiche della zona. Il rientro avviene per un colle non nominato, su facile sentiero, onde evitare di percorrere in discesa il tratto più impegnativo della salita. Il percorso di discesa può essere utilizzato per salire qualora si voglia comunque aggirare il breve ripido tratto lungo il filo di cresta.
A |
Da Rifugio Don Barbera (2079m) a: |
Dislivello |
Dislivello A/R |
Tempo |
Tempo A/R |
Distanza |
Difficoltà |
Segnavia |
|
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
B |
• |
Colle della Gaina(2357 m) |
+278 / -0 |
- |
0:40 - 0:45 |
- |
1291 |
E |
= |
C |
• |
Punta Marguareis (2652 m) |
+576 / -3 |
- |
1:30 - 1:40 |
- |
2374 |
EE |
= |
D |
• |
Colle della Gaina(2357m) |
+594 / -316 |
- |
2:05 - 2:20 |
- |
3887 |
EE (1) |
= |
E |
• |
Rifugio Don Barbera (2079m) |
+594 / -594 |
- |
2:30 - 2:50 |
- |
5178 |
EE (1) |
= |
(1) EE solo alcuni brevi tratti lungo la salita a Punta Marguareis. La discesa è interamente classificabile E.
Descrizione: Sul lato est del Rifugio Don Barbera (2079 m) 9, oltre la recinzione in legno, si seguono i paletti segnavia che puntano verso nord sui prati alle spalle della struttura ricettiva. La traccia entra in un caratteristico tratto di rocce calcaree, riceve da sinistra un'altra traccia proveniente dal Colle dei Signori, e prosegue serpeggiando tra piccole doline, inghiottitoi e tipiche manifestazioni di erosione superficiale.
Usciti da questo tratto di rocce tormentate 1, il sentiero sale tra sfasciumi e magra erba fino al Colle della Gaina (2357 m, 0:40 - 0:45 ore dal Rifugio Don Barbera), che domina sia la piana carsica di Plan Ambreuge che una piccola valletta glaciale racchiusa tra i contrafforti del Massiccio del Marguareis.
Il carsismo
Tutta l'area del Marguareis è una delle più importanti zone carsiche d'Italia. Il carsismo è un fenomeno geologico che si sviluppa in presenza di rocce costituite in larga parte da carbonati di calcio. Il carbonato di calcio, a contatto con acido carbonico (acqua piovana nella quale è disciolta anidride carbonica sottratta all'atmosfera) si trasforma in bicarbonato di calcio, diventando solubile. La pioggia è dunque il principale agente responsabile del fenomeno carsico: il processo chimico e la successiva azione meccanica di disgregazione sono in grado di modellare inesorabilmente sia il paesaggio 10 che il sottosuolo delle zone interessate dal fenomeno.
Un ambiente carsico è spesso caratterizzato dalla quasi totale assenza di acque superficiali; al contrario sono presenti sistemi idrografici sotterranei mentre sono evidenti in superficie piccoli o grossi avallamenti del terreno (doline e inghiottitoi) e solchi dovuti alle acque di ruscellamento sulle rocce affioranti (campi solcati o carreggiati).
[Grotte e fenomeno carsico] [GTA, Provincia di Cuneo]
Il sistema carsico della Conca delle Carsene
Il sistema carsico di "Conca delle Carsene - Pis del Pesio" è il secondo più importante della zona. Le acque raccolte dalla Conca delle Carsene e dalla Conca di Plan Ambreuge (o Pian Ambrogio), orograficamente destinate a finire nel Mar Tirreno, si infiltrano nel terreno e vanno a sfociare nella risorgenza del Pis del Pesio, in Valle Pesio; da qui, attraverso il Po, raggiungono il Mar Adriatico. La risorgenza del Pis del Pesio è particolarmente spettacolare ad inizio primavera, quando le acque di scioglimento riempono il sifone terminale e sgorgano, sotto forma di impetuosa cascata, da una parete rocciosa ad una altezza di oltre 20 metri rispetto al sottostante sentiero.
[Alpi Liguri] [La Guida del Parco Alta Valle Pesio e Tanaro] [ALP Alpi Liguri]
Al poco marcato valico si incontra un bivio: si lascia a destra (nord-est) il sentiero che verrà utilizzato per il ritorno, e si piega leggermente a sinistra (nord) per tenersi lungo il filo di cresta.
Chi vuole evitare il breve tratto EE, per la salita alla vetta può a questo bivio prendere il sentiero previsto per il ritorno (a destra). In questo caso la difficoltà di mantiene E per tutta la salita, e il tempo per raggiungere la vetta è di 1:00 - 1:10 ore.
Si guadagna quota con poche strette svolte, portandosi alla base del salto di facili rocce che si supera con l'aiuto delle mani e facendo riferimento ai pochi ometti in pietra.
La salita si fa ora decisamente più agevole, tra roccette, magri prati e belle fioriture: sempre tenendosi a cavallo dell'ampia dorsale, si sale fino a portarsi sull'arrotondata anticima sud. Un'ultima salita conduce infine alla croce posta sulla vetta di Punta Marguareis(2651 m, 0:50 - 0:55 ore dal Colle della Gaina), dalla quale si gode di splendido panorama
Punta Marguareis
Punta Marguareis, culmine di un imponente massiccio calcareo, è la vetta più alta delle Alpi Liguri. Presenta verso nord una parete strapiombante di quasi 500 metri, e declivi più dolci sul versante meridionale. La prima ascensione documentata è del genovese Lorenzo Pareto, a fine ottocento, lungo il versante sud.
[Alpi Liguri]
La discesa avviene in direzione sud-est, lungo una traccia segnalata (segnavia A44) che perde velocemente quota fino all'ampio e prativo Colletto non nominato (2500 m circa), dove si incontra un bivio: si lascia a sinistra il sentiero (segnavia A44) per il Colle Palù e si scende a destra. Con un traverso in discesa sulla destra orografica della valletta, tra magra erba e rocette, seguito da un'ultima breve risalita, il sentiero riporta al Colle della Gaina (2358 m, 0:35 - 0:40 ore dal Colletto q.2500).
La discesa prosegue ora a ritroso lungo il percorso dell'andata, fino al Rifugio Don Barbera(2079 m, 0:25 - 0:30 ore dal Colle della Gaina).
Mappa su base © OpenStreetMap contributors - licenza CC-BY-SA[?]
[Scarica la traccia GPS in formato GPX]
Accessi: Disponendo di un mezzo fuoristrada, il Colle del Lago dei Signori (distante poche decine di metri dal Rifugio Don Barbera) si può raggiungere da Monesi (alla testata della Val Tanaro) o dal Colle di Tenda (alla testata della Val Vermenagna) con un'ardita rotabile ex-militare. Informarsi presso il gestore del rifugio sulla percorribilità della strada.
A piedi il rifugio è raggiungibile lungo l'Itinerario 01.04.
Note:-
Cartografia:[AsF n.3] [Blu n.2] [IGC n.114] [IGC n.8]
(i riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia).